Matteo Battistini discute "Digital Objects, Digital Subjects. Interdisciplinary Perspectives on Capitalism, Labour and Politics in the Age of Big Data" a cura di David Chandler e Christian Fuchs
Data: 06 MAGGIO 2021 dalle 17:30 alle 19:30
Luogo: Diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere
Ciclo di seminari
a cura di
Maurizio Ricciardi e Raffaella Baritono
evento online
Il seminario avrà luogo sulla piattaforma Zoom, in diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere
> https://www.facebook.com/Algoritmopotere
Scopo del ciclo di seminari è quello di discutere gli ambiti in cui l’algoritmo e più in generale le tecnologie digitali stanno diventando il criterio fondamentale organizzativo e simbolico delle forme sociali e di potere. È nostra intenzione fare dei seminari di discussione, quindi non necessariamente con specialisti dei diversi ambiti che verranno attraversati. Si tratta piuttosto di porre domande a determinati testi, per discutere insieme dei problemi che essi suscitano. Dal punto di vista pratico ogni seminario prevede la lettura ragionata di alcuni testi da parte di una relatrice o relatore e una successiva discussione.
-----
I curatori del volume partono dall’emergere del cosiddetto digital turn e dall’impatto radicalmente trasformativo che ha avuto sulla possibilità di pensare la politica alla luce delle concettualizzazioni binarie della modernità: soggetto/oggetto, stato/società, politica/economia, pubblico/privato, consumo/produzione, tempo/spazio, mente/corpo, lavoro/tempo libero. Il principale obiettivo è quello di mettere in discussione le opposte posizioni di ottimismo digitale e pessimismo digitale. Gli ottimisti del digitale hanno sostenuto che il digital turn ha promosso nuove forme di comunità, modi alternativi di conoscere, di innovazione, di partecipazione e attivismo. I pessimisti hanno invece calcato la mano sul fatto che le tecnologie digitali hanno approfondito ed esteso forme di dominazione attraverso nuove modalità di controllo. Parlano in questo senso di networked authoritarianism, alienazione 2.0, networked exploitation e ascesa della società della sorveglianza. I curatori intendono superare questa opposizione mettendo al centro della riflessione l’impatto del digitale su forme e pratiche di attivismo, ricerca e critica. Affrontano in questo senso le potenzialità, i limiti e le ideologie dell’attivismo digitale. Si chiedono se e come le computational social sciences, le digital humanities e la datafication rendano possibili nuovi approcci di ricerca o risultino in un positivismo digitale che minaccia l’indipendenza della ricerca determinando così una lenta morte delle scienze sociali e delle humanities come scienze dalla capacità critica.
L’analisi viene sviluppata attraverso tre lenti: capitalismo digitale, digital labour e politica digitale. Nella prima sezione, mentre Christian Fuchs si concentra sull’utilità di leggere Marx – in particolare il suo concetto di general intellect – per sviluppare una critica del capitalismo digitale, Paul Reckert critica gli approcci post-umani di Donna Haraway e Bruno Latour. Nella seconda sezione sono presi in esame i concetti di lavoro e classe nell’epoca digitale. La terza sezione è invece dedicata alla politica digitale e ai suoi effetti sui movimenti sociali, sui partiti politici e sulla possibilità che le lotte sociali possano avanzare alternative digitali. Il presupposto dell’analisi è individuato nel dominio del digitale e nello sfruttamento del lavoro digitale come elementi strutturali che danno forma al capitalismo digitale, mentre la possibile rottura del rapporto di dominio è rintracciata nella emergente società di commons digitali. L’ultimo contributo del volume è allora affidato ad Antonio Negri che si chiede come sia possibile appropriarsi delle macchine digitali: che cosa è l’algoritmo se non capitale fisso ovvero prodotto del general intellect?