(Dis)ordine mondiale: imperialismi, guerre, e organizzazione del mercato mondiale

Secondo appuntamento de seminario annuale Global reset: Scenari dal disordine planetario a cura del gruppo di ricerca Into the Black Box

  • Data: 01 DICEMBRE 2022  dalle 16:00 alle 18:30

  • Luogo: Aula Seminari di S. Cristina (Piazzetta G. Morandi 2 - Bologna)

(Dis)ordine mondiale: imperialismi, guerre, e organizzazione del mercato mondiale

Seminario

 

Introduce e coordina: Into the Black Box
Con: Sandro Mezzadra (Università di Bologna) e Ida Dominijanni (giornalista)

 

 

In un seminario sulla globalizzazione, per affrontare temi così impellenti, non si può che tornare agli anni Novanta del Novecento. Anni di guerre, in Iraq così come in ex-Jugoslavia, eppure anni in cui le retoriche dominanti presentavano la globalizzazione come una nuova era di pace.
Il concetto stesso dell’Impero, scrivevano Michael Hardt e Toni Negri sul finire di quel decennio, “è consacrato alla pace”. Secondo quella nozione, gli interventi bellici a guida statunitense erano interventi di “polizia morale” contro “Stati canaglia”, interventi di pacificazione ai margini del sistema mondiale. Al suo centro doveva regnare la pace, nel segno dell’economia di mercato, del libero scambio e della democrazia liberale.
Non era certo una fotografia della realtà, era uno specifico progetto capitalistico di globalizzazione trainato dall’indiscussa egemonia statunitense. Come abbiamo tra l’altro visto nel corso del primo incontro di questa serie di seminari, quel progetto ha incontrato ostacoli che si sono rivelati in ultima istanza insormontabili: dunque, è stato sconfitto attraverso nuove guerre e una devastante crisi finanziaria che hanno trasformato in profondità le geografie globali del potere e del capitale nel corso del primo decennio di questo secolo.
La guerra attualmente in corso in Ucraina, a differenza di quanto preteso dalle retoriche degli anni Novanta, tocca il centro stesso del sistema mondiale, contrappone nei fatti due potenze nucleari (la Russia e gli Stati Uniti), mette in discussione l’architettura di sicurezza in Europa e coinvolge la Cina. Sullo sfondo di questa situazione si staglia una profonda contraddizione tra l’irreversibilità degli scambi commerciali internazionali – che al massimo possono essere riorientati ma mai annullati – e le pulsioni sovraniste che promettono di poter riterritorializzare la decisionalità politica ed economica.
Da questa tesi discendono diversi problemi su cui ci proponiamo di discutere: in primo luogo, la necessità di mettere a verifica e di ripensare il concetto di imperialismo, nonché quella di confrontarsi con le tesi di fondo della teoria del “sistema mondo” e con i concetti che autori come Immanuel Wallerstein e Giovanni Arrighi hanno utilizzato per affrontare la questione dell’organizzazione politica del mercato mondiale. Nostra convinzione è che viviamo già da tempo in un mondo multipolare, ma che la multipolarità si presenti oggi come centrifuga e conflittuale. In questa condizione, il concetto di “transizione egemonica” (Arrighi) risulta al tempo stesso utile e spaesante, considerato il fatto che in passato le transizioni egemoniche sono sempre state caratterizzate da una catastrofica successione di guerre. Avviare una riflessione sui modi in cui questo può essere evitato oggi ci sembra un compito particolarmente urgente.