Il convegno propone una riflessione sulla presenza dei fluidi corporei nell’arte medievale e in quella contemporanea
Data:
Luogo: DAMSLab/Auditorium (Piazzetta P.P. Pasolini 5b, Bologna) e Palazzo Poggi (Via Zamboni 33, Bologna)
Tipo: DAMSLab
Organizzato da: Pasquale Fameli e Fabrizio Lollini
Gli elementi costitutivi del corpo umano, i suoi fluidi, e le sostanze da esso secrete o metabolizzate hanno sempre costituito un elemento molto importante della cultura popolare e dell’antropologia. Nel Medioevo si sviluppano teorie di grande rilevanza in ambito sacro, e nella corrispondente arte religiosa, in relazione al contrasto tra materia e spirito, e tra effimerità ed eternità: la valorizzazione delle reliquie e la nascita stessa della tipologia del reliquiario, per esempio, si basava proprio su questo contrasto, in cui è compresa l’alterità tra il contenuto, la materia organica (dunque in sé concreta e infima, come evidenzia anche Herbert Leon Kessler) e il contenitore, la cui facies allusiva e spesso elevatissima (nei materiali e nelle forme) si proponeva come elemento che aiutava l’iter anagogico della sua fruizione, e dalla sua stessa funzione costitutiva. Questa attenzione al sangue, alle ossa, ai capelli, alla pelle, che l’età di mezzo esplicita con continuità anche nell’ambito della pratica medica e della magia naturale, ha costanti ritorni nei periodi successivi: basti pensare al lato 'dark' della letteratura e delle arti visive del Barocco e al forte compiacimento sul decadimento anche materiale del corpo umano, appunto, tra Sei e Settecento. Ma è nella nostra contemporaneità che questo interesse si acuisce in modo particolare: vuoi con la progressiva sacralizzazione dell’artista (Manzoni e la sua "Merda d'artista"), vuoi con l’uso concettuale della materia organica ‘bassa’ e la valorizzazione del brutto, dell’osceno o del perturbante, sia con l’utilizzo fisico di questi materiali, sia con la loro esposizione nelle pratiche immateriali, come la performance e la videoarte (come nella mostra "Into me / Out of me" curata da Klaus Biesenbach). In questa occasione di studio si esporranno vari esempi del contesto descritto, tra pratica antropologica e produzione artistica tra X e XIII e tra XX e XXI secolo.