La mostra virtuale a cura di Francesca Dragone racconta l'eclettica carriera del musicista attraverso l'ampia varietà di documentazione conservata nell'Archivio Centazzo
Data:
Luogo: Evento online
Tipo: Mostre
Il Fondo e Archivio Centazzo – conservato nella Biblioteca delle Arti, sezione di Musica e Spettacolo – è composto da una pluralità di materiali che raccontano diversi aspetti e sfaccettature della carriera del musicista, compositore e artista Andrea Centazzo. Una carriera lunga e densa la sua, che ha prodotto, e continua a produrre, innumerevoli documenti di diversa natura: partiture, registrazioni sonore, video, immagini, materiali promozionali, pubblicazioni, riconoscimenti.
La mostra vuole raccontare la carriera di Centazzo invitando lo spettatore non solo a entrare in contatto con l'artista, ma anche a cogliere i legami esistenti tra i documenti esposti e a seguire la molteplicità di percorsi attraverso i quali un archivio e il suo contenuto possono raccontare una produzione e una personalità artistica complessa come quella di Andrea Centazzo.
Nota per la consultazione:
Le immagini contenute negli slideshow possono essere ingrandite aprendole in una nuova scheda. I contenuti musicali e video con link a Youtube sono conservati nell'archivio su supporto fisico (vinile, CD, DVD, VHS).
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Per informazioni scrivere a <gianmario.merizzi@unibo.it>
Note legali per i siti web UNIBO
1. Gli esordi
2. La musica improvvisata
3. Immagine e suono
4. La macchina da presa
5. Le percussioni
6. Musica per grande ensemble
7. Il teatro: musiche di scena e opere liriche multimediali
8. Musicologia e didattica
9. La circolarità nell'utilizzo del materiale musicale
10. Tecniche di produzione delle partiture
Artista eclettico, dal carattere forte e determinato, Andrea Centazzo non si è mai lasciato sfuggire la possibilità di dedicarsi all’Arte nelle sue molteplici espressioni, privilegiando tuttavia la musica quale attività attorno alla quale sviluppare il proprio composito percorso artistico. In un’intervista del 1984 ha affermato: «Credo nell’artista totale, “trasgressivo”; oggi è impossibile vivere l’arte in funzione del proprio prodotto, che è destinato ad un rapido sclerotizzarsi, data l’evoluzione frenetica dei mass-media, tecnica, multimediale».
Centazzo nasce nel 1948, in un paese in provincia di Udine, da famiglia borghese. Dopo una breve esperienza di studio del clarinetto, si dedica alla batteria, fondando con alcuni compagni del liceo i Messengers, band che suona canzoni beat e rock degli anni ’60. La passione spinge Centazzo a convincere i compagni a tentare un provino per la RCA che avrà però esito negativo.
Da batterista autodidatta, si dedica allo studio sistematico dello strumento a partire dai primi anni ’70, iscrivendosi nel 1972 alla Swiss Jazz School di Berna e studiando con il Maestro Pierre Favre, che diverrà poi una figura cardine nell’estetica percussiva e musicale di Centazzo.
Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, si iscrive al DAMS di Bologna e, a 25 anni, dà il via alla sua carriera musicale con una lunga successione di concerti. Il primo è Jazzrockconcert One, a Udine nel 1973, al fianco di Armando Battiston alle tastiere, Franco Feruglio al basso e Virginio Zambelli – come ospite – alla chitarra elettrica. Dopo aver ottenuto un notevole successo di critica, il trio registra il primo album, Ictus, caratterizzato da raffinate melodie orientaleggianti e contaminazioni jazzistiche.
Nel novembre del 1973 Centazzo diventa membro del quartetto di Giorgio Gaslini (pianoforte) accanto a Gianni Bedori (sassofono) e Bruno Tommaso (contrabbasso). Con il suo drumming e il suo particolare strumentario, Centazzo fornisce al quartetto una nuova concezione timbrica e coloristica delle percussioni. Come molta musica degli anni ’70, quella di Gaslini era "musica di sinistra", veicolo di un messaggio politico e di protesta, impegnata socialmente al fianco delle lotte operaie e studentesche. Un ideale etico ed estetico che Centazzo fece proprio per tutti gli anni '70. La collaborazione con Gaslini si interrompe bruscamente e inaspettatamente nel marzo del 1976.
Lettera della casa discografica RCA, 1966, dattiloscritto. - I Messangers tentano di ottenere un contratto con la RCA. Il loro "provino" viene però giudicato inadeguato e rifiutato con questa lettera. - Collocazione: 00.CENT.29
Lettera di un fan ai Messengers, 1967, manoscritto. - Collocazione: 00.CENT.29
Andrea Centazzo, DRUM, quaderno per esercizi, 1968, manoscritto. - Contiene semplici esercizi per batteria, utili al miglioramento della tecnica. Relativo ai primi anni di studio intensivo e sistematico dello strumento e precedente all'incontro con Pierre Favre. - Collocazione: 00.CENT.39.22
JazzRockConcert One, Udine, Teatro delle Mostre, 1973, manifesto. - Manifesto pubblicitario del primo concerto Jazz di Andrea Centazzo. - Collocazione: 00.CENT.24.1973.1
Roberto Capasso, Africa di Giorgio Gaslini, «Paese Sera», 29 gennaio 1974. - L'articolo recensisce uno dei primi concerti di Centazzo col quartetto di Giorgio Gaslini. - Collocazione: 00.CENT.22.1974
Concerto del quartetto di Giorgio Gaslini per la liberazione del Cile, 1974, fotografia. - Collocazione: 00.CENT.22.1974
JazzRock progressivo in Friuli, Udine, Auditorium dello Zanon, 1975, bozza di locandina, dattiloscritto. - Il trio Battiston-Centazzo-Feruglio organizza un "controconcerto" per contestare l'organizzazione di concerti jazz a prezzi troppo elevati e il dilagare della cultura consumistica. - Collocazione: 00.CENT.22.1975
JazzRock progressivo in Friuli, Udine, Auditorium dello Zanon, 1975, manifesto. - Collocazione: 00.CENT.24.1975.2
Giorgio Gaslini, Bruno Tommaso, Andrea Centazzo, Gianni Bedori, Milano, Edizioni Movimento Studentesco, disco 33 giri, lato B; registrazione dal vivo, Milano, Università Statale, 24 aprile 1974
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Dopo la rottura con Gaslini, Centazzo, col supporto della prima moglie, Carla Lugli, fonda l’etichetta discografica Ictus, che si pone l'obiettivo di produrre musica improvvisata e impegnata: quella musica normalmente rifiutata dalle case discografiche in ragione della fetta di mercato troppo ristretta a cui si rivolgeva. Scopo della Ictus è quello di permettere all’artista di esprimersi liberamente, facendo di questa mancanza di condizionamenti legati al mercato il proprio progetto culturale. I dischi sono venduti a prezzo politico, rendendo il profitto della casa discografica quasi inesistente.
Altro momento di fondamentale importanza per la carriera di Centazzo è l'incontro nel 1976 con il sassofonista statunitense Steve Lacy. I due iniziano una tournée, che si conclude nel febbraio dello stesso anno con la registrazione dell’ultimo concerto a Casarsa (Udine), che diverrà poi Clangs, primo disco pubblicato dalla neonata Ictus.
Al duo si aggiunge in seguito il contrabbassista Ken Carter, che parteciperà a una nuova tournée e ad un altro disco Ictus (Trio live), nato anch’esso da una registrazione dal vivo.
Con la stessa modalità, tra il 1976 e il 1984, sono prodotti altri dischi Ictus che vedono protagonisti, al fianco di Andrea Centazzo, grandi maestri della musica improvvisata internazionale degli anni ’70: Derek Bailey, Lol Coxhill, Eugene Chadbourne, Tom Corra, La Donna Smith, Toshinori Kondo, Henry Kaiser, John Zorn, Polly Bradfield, il Rova Saxophone Quartet, Giancarlo Schiaffini e Gianluigi Trovesi.
È proprio con Trovesi – clarinettista e sassofonista – che nel 1984 Centazzo registra l’ultimo disco in duo prodotto dalla Ictus, prima della chiusura dell’etichetta discografica avvenuta alla fine di quell’anno; un disco, SHOCK!, dove suoni – a tratti rumori – e melodie etniche si uniscono a sonorità swing più “tradizionali”, mentre Centazzo sostiene col suo drumming arguto la libertà espressiva e sonora di Trovesi.
In un’intervista del 1977 Centazzo afferma: «La spiegazione [della scelta del duo] è semplice: duo è colloquio, è parlarsi, spiegarsi e farsi capire; duo è amicizia, reciproca gratificazione, esperienza diretta; duo, infine, è la volontà di stimolarsi a vicenda e di recepire, al di là del faticoso modulo del solismo, le stimolazioni di chi ti ascolta».
Articoli relativi a concerti del duo Andrea Centazzo e Steve Lacy, «Messaggero Veneto» e «L'unità», 19 e 20 febbraio 1976. - Collocazione: 00.CENT.22.1976
Un eccezionale concerto di free jazz di Steve Lacy con Andrea Centazzo, Udine, Auditorium dello Zanon, 1976, manifesto. - Collocazione: 00.CENT.24.1976.2
Veniero Rizzardi, Sentiamo Andrea Centazzo, «Jazz» 32. n. 12, 1976. - Collocazione: 00.CENT.22.1976
Quarta rassegna internazionale del jazz / Trio Steve Lacy-Andrea Centazzo-Kent Carter, Padova, 1976, manifesto. - Collocazione: 00.CENT.24.1976.6a
Ictus Records, circa 1976, pieghevole promozionale. - Collocazione: 00.CENT.25
Esperienze metamusicali / Alvin Curran, Andrea Centazzo, Udine, Auditorium dello Zanon, 1977, manifesto (particolare). - Collocazione: 00.CENT.24.1977.02
Esperienze metamusicali / Derek Bailey, Andrea Centazzo, Udine, Auditorium dello Zanon, 1977, manifesto. - Collocazione: 00.CENT.24.1977.05
Conferenza pre-concerto con Derek Bailey e Andrea Centazzo, Bologna, 1977, fotografia. - Collocazione: 00.CENT.28
The Rova Saxophone Quartet with Andrea Centazzo, The Bay, Pistoia, Ictus Records, 1979, disco 33 giri, copertina. - Il disco venne regitrato nei Walden Studios di Carmel Highlands, California, nel 1978. - Collocazione: 00.CENT.34.213
Registrazione dell'album "The Bay" con il Rova Saxophone Quartet, Carmel, California, 1978, fotografia. - La fotografia venne scattata da Carla Lugli, moglie di Centazzo nonchè manager della casa discografica Ictus. - Collocazione: 00.CENT.28
Andrea Centazzo, The Bay, 1978, manoscritto autografo. - La carta contiene il tema del brano e alcune indicazioni per le sezioni improvvisate. - Collocazione: 00.CENT.33.BAY.1.1
Andrea Centazzo e Rova Saxophone Quartet, The Bay, S. Germano, New Tone Records, 1996, compact disc. - Queste nuova edizione contiene un brano non presente nel disco in vinile. - Collocazione: 00.CENT.34.11
A.C., Franco Mondini, Arrigo Polillo, articoli relativi alla tourneé di Centazzo in Europa e negli U.S.A, «L'Adige», «Stampa sera», «Il giorno», gennaio 1979. - Collocazione: 00.CENT.22.1979
Andrea Centazzo, Shock!, 1984, partitura, manoscritto, pagina 1. - Partitura del primo brano dell'album "Schock!", registrato da Centazzo e da Gianluigi Trovesi (fiati). La partitura riporta la parte di sassofono e quella di batteria. - Collocazione: 00.CENT.33.SHOCK.1
Andrea Centazzo e Gianluigi Trovesi, Shock!, Bologna, 1984, disco a 33 giri, master copy. - Collocazione: 00.CENT.34.223
Andrea Centazzo, Shock!!, 1984, bozza della copertina del disco. - Collocazione: 00.CENT.36.6
Andrea Centazzo, Shock!!, 1984, altra bozza della copertina del disco. - Collocazione: 00.CENT.36.6
Andrea Centazzo e Gianluigi Trovesi, Shock!!, ICTUS Records, 1984, LP. - Anche questo album venne in seguito ripubblicato in CD dalla NewTone. - Collocazione: 00.CENT.34.235
Ivo Franchi, Un rilancio da New Tone: torna Ictus, l'etichetta di Centazzo, «Giornale della musica», 1996. - Nella seconda metà degli anni '90 l'etichetta New Tone ha ripubblicato i dischi Ictus degli anni '70 e '80 divenuti ormai irreperibili. - Collocazione: 00.CENT.22.1996
Questa edizione digitale (ICTUS, 2022) ripubblica il LP registrato a Casarsa della Delizia (UD) dalla Ictus Records il 20/02/1976. 'Dome' è la terza traccia del disco
'The Bay' è la terza traccia del LP pubblicato dalla Ictus Records. Il brano è firmato da Andrea Centazzo
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Gli anni ’80 sono per Andrea Centazzo un periodo di forte sperimentazione, non solo in campo strettamente musicale, ma anche nell'ambito di altre forme di espressione artistica. Nel 1984 si avvicina alle arti visive, tramutando quelle che prima erano semplici partiture – il cui unico scopo era quello di fissare il testo musicale mediante un segno grafico – in opere d'arte, creando una fusione sinestetica tra arte musicale e arte visiva. Nella presentazione della sua prima opera immagino-sonora, Immaginografie, esposta nella Galleria Bonomo di Bari, Centazzo afferma che: «Segni e suoni si intrecciano qui in un immaginario microcosmo aperto su due lati: la musica aiuterà la comprensione del segno e l’immagine quella del suono. Esperienza immobile ma pur sempre fluente nel tempo musicale o, se si vuole, esperienza mobile per sempre fissata nel muto gesto di una mano sul foglio».
La sinestesia, la rappresentazione cromatica del suono, viene resa da Centazzo attraverso un ampio uso del colore, il suo dinamismo attraverso la tridimensionalità data al foglio contenente la partitura: Centazzo prende le carte da musica, le accartoccia, le sgualcisce, le brucia, le colora con accese vernici spray, le espone in sequenza per rendere visivamente lo scorrere della musica nel tempo (ad esempio nell'opera Installation del 1985).
Spesso Centazzo crea immagini alterando il segno musicale, disponendo le note in modi inusuali, coi pentagrammi posti a incorniciare l’immagine. Sfumature cromatiche vivaci si alternano a colorazioni più tenui e delicate, a rappresentare la forza e il vigore che la musica può contenere, o la sua profonda dolcezza ed eleganza.
In altri casi, invece, il segno musicale scompare del tutto, ma l'astrattezza delle opere e le tecniche utilizzate riescono ad evocare sensazioni quasi timbrico-foniche.
Le esposizioni di queste opere in gallerie italiane ed estere sono spesso accompagnate dal suono delle musiche rappresentate, diffuse nelle sale per coinvolgere il pubblico attraverso i due sensi, la vista e l’udito.
Andrea Centazzo, [Senza titolo], circa 1981, disegno, matita e pastelli. - Collocazione: 00.CENT.36.4.1
Andrea Centazzo, [Senza titolo], circa 1983, partitura grafica notata a china. - Collocazione: 00.CENT.36.6.1
Andrea Centazzo, [Senza titolo], circa 1983, partitura grafica colorata, tecniche miste. - Collocazione: 00.CENT.36.6.1
Andrea Centazzo, [Senza titolo], 1983, dipinto a tempera applicato su cartoncino bianco. - Collocazione: 00.CENT.36.7.6
Articoli dedicati alla mostra "Immaginografie" di Centazzo, Bari, Galleria "Bonomo", «Puglia» e «Quotidiano di Lecce», maggio 1984. - Collocazione:00.CENT.22.1984
Andrea Centazzo, Immaginografie, 1984, testo di presentazione dell'opera. - Collocazione: 00.CENT.33.8
Andrea Centazzo, Due immaginografie per voce e percussione, da Immaginografie, 1984, stampa. - La prima delle due immaginografie "rappresenta" un brano musicale per voce di basso e un variegato insieme di tamburi. - Collocazione: 00.CENT.33.8
Andrea Centazzo, Due immaginografie per voce e percussione, da Immaginografie, 1984, stampa. - La seconda immaginografia "rappresenta" un brano musicale per due soprani e gong di varie dimensioni. - Collocazione: 00.CENT.33.8
Andrea Centazzo, Tri-unique e frammento speculare, da Immaginografie, 1984, stampa. - L'immagine rappresenta un'esecuzione per nastro magnetico e corno di bassetto. Sul nastro, rappresentato nell'immagine dal baratro nero, sono registrati suoni e rumori della sala e del foyer durante l'ingresso del pubblico. Le note di diversa grandezza indicano la dinamica dei suoni affidati al corno. - Collocazione: 00.CENT.33.8
Andrea Centazzo, Artwork, 1985-1987, vernice spray su carta sgualcita. - L'installazione utilizza una serie di fotocopie di pagine della partiture della composizione "Cjant" di Centazzo, variamente sgualciate e quindi verniciate con spray colorati. - Collocazione: 00.CENT.36.1
Andrea Centazzo, dettaglio dell'installazione "Artwork", 1984-1987, vernice spray su carta sgualcita. - Collocazione: 00.CENT.36.1
Andrea Centazzo, dettaglio dell'installazione "Artwork", 1984-1987, vernice spray su carta sgualcita. - Collocazione: 00.CENT.36.1
Andrea Centazzo, [Senza titolo], circa 1984, tecniche miste con impressioni a contatto (notazione rovesciata). - Il musicista ritratto è Gustav Mahler. - Collocazione: 00.CENT.36.4.2
Andrea Centazzo, [Senza titolo], circa 1985, collage dipinto a tempera incollato su cartoncino. - Collocazione: 00.CENT.36.7.4
Andrea Centazzo, [Senza titolo], circa 1985, tempera su cartoncino. - Collocazione: 00.CENT.36.7.2
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Dall’immagine fissa Centazzo passa all’immagine in movimento, alla video-art: mantenendo il concetto di sinestesia, facendo ricorso alle innovazioni tecnologiche, il compositore unisce suono e video in un’unica performance. L’emissione sonora dello strumentario percussivo – in parte elettronico – viene trasformata in un input visivo che si modifica al modificarsi del suono e che viene proiettato su uno schermo nel buio di una sala da concerto.
Nel 1984 Andrea Centazzo compie un ulteriore passo in avanti, iniziando a usare la macchina da presa. Le immagini sintetizzate artificialmente non sono più sufficienti e Centazzo decide di comporre un «vero e proprio poema audiovisivo», al fine di trasmettere sensazioni uditive e visive strettamente legate assieme. È così che nasce Tiare, una composizione per percussioni, nastro magnetico, suoni elettronici e macchina da presa con la quale Centazzo riprende il Friuli, i luoghi della sua infanzia, luoghi che destano nell'artista particolari emozioni e sensazioni. Al contrario di quanto avviene di solito nel cinema, sono le immagini a fungere qui da commento, da supporto al discorso musicale
Quest’opera ha un significato profondo per l’artista, è legata alle sue origini: Tiare è infatti parola friulana che significa “terra”, e questo ritorno alla terra è rappresentato dalla circolarità dell’opera, che si conclude ripresentando le immagini inziali. Tiare viene presentata in diverse rassegne e festival cinematografici, vincendo diversi premi tra il 1985 e il 1987, tra cui il Gabbiano d’oro (Bellaria Film Festival), lo Special Merit Award dell’International video Festival di Tokyo e il premio MilanoScienza.
Arx, primo videofilm a soggetto, composto da Centazzo nel 1988, ha ancora una volta la terra quale nucleo d'ispirazione centrale: è la storia degli antichi castelli friulani, raccontata attraverso le avventure di un mago alchimista, capace di viaggiare nel tempo. Caratterizzata da un uso sapiente delle luci, sia negli interni che negli esterni, dalla presenza di un dialogo ridotto al minimo, da un perfetto equilibrio tra immagine e musica, quest'opera è un video d'azione in cui la musica sostituisce appieno le parole.
I colori di un sogno riprende invece Bologna nei suoi aspetti naturali, urbani e sociali. Il rapporto tra musica e immagine è organico, e la manipolazione e la rielaborazione caratterizzano sia la struttura sonora che quella filmica. La strumentazione elettronica si alterna e si sovrappone agli strumenti acustici a creare una sonorità dal tono minimale che accompagna sequenze lente, alterazioni cromatiche e dissolvenze continue delle immagini.
Andrea Centazzo, Tiare, 1984, testo di presentazione dell'opera, dattiloscritto. - Collocazione: 00.CENT.22.1985
Andrea Centazzo, Tiare, versione orchestrale, I movimento, 1986, partitura manoscritta, copia di Roberto Manuzzi, frontespizio e prima pagina. - Collocazione: 00.CENT.33.TIARE.1
Andrea Centazzo, Tiare, versione orchestrale, III movimento, 1987, partitura manoscritta, copia di Roberto Manuzzi, pp. 10-11. - Collocazione: 00.CENT.33.TIARE.1
Andrea Centazzo, Tiare, 1987, parte per sassofono sopranino, manoscritto, copia di Roberto Manuzzi. - Collocazione: 00.CENT.TIARE.2
Armando Mucchino, Con "Tiare" Centazzo fa fortuna in Giappone, «Il Gazzettino», dicembre 1985. - Centazzo si aggiudica il premio d'eccellenza all'International Video Festival di Tokyo. - Collocazione: 00.CENT.22.1985
Attestato del premio d'eccellenza all'ottavo Video Festival di Tokyo, 1985. - Collocazione: 00.CENT.26
Angelo Maggiolini, Italian Video Film Makers '87, 1987, volume a stampa, copertina e p. 47. - Collocazione: 00.CENT.23.1987
Articoli sul premio "Milanoscienza 1987" assegnato a "Tiare", vari quotidiani, aprile-maggio 1987. - Collocazione: 00.CENT.22.1987
Attestato del premio "Milanoscienza" assegnato a "Tiare", Milano, 1987. - Collocazione: 00.CENT.27
Andrea Centazzo, Preventivo ... al 29/9/'86 del videoart di Andrea Centazzo sui castelli friulani, 1986, dattiloscritto. - Il documento non riporta il titolo dell'opera che sarà poi denominata "Arx". - Collocazione: 00.CENT.32.21
Il DVD (Los Angeles, Ictusrecords, 2007) ripubblica il video originale del 1985, restaurato nel 2005
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«La batteria è stato il primo punto di partenza verso la mia evoluzione musicale. La seconda cosa che mi ha affascinato nel mondo delle percussioni è la varietà dei suoni. [...] È proprio il fascino dei colori sonori che mi ha spinto ad allargare l'orizzonte ritmico della batteria e, al fianco dei tradizionali tamburi, ho usato metallofoni in bronzo, tam-tams e altri strumenti alla maniera di far musica dei popoli orientali». Così Centazzo dichiara in un’intervista del 1980. Agli strumenti acustici, già dai primi anni '70, si affianca una strumentazione elettronica che evolverà in sistemi di produzione e controllo del suono digitale.
Negli anni '80 Centazzo compone diversi brani per percussioni, sia solistici che per ensemble. Fondamentale tappa della sua carriera è Indian Tapes, che sarà al primo posto nella classifica dei dischi per sola percussione della rivista Down Beat. Nei 3 LP dell'edizione discografica, accantonata la prassi improvvisativa, Centazzo si concentra sulla ricerca compositiva, timbrica e virtuosistica, mescolando percussioni e strumenti elettronici, suoni e voci registrate, in un vorticoso lavoro che include anche le operazioni di montaggio e mixaggio.
Le partiture grafiche che riducono in forma scritta la complessità sonora e timbrica che caratterizza queste composizioni per percussioni utilizzano spesso una notazione non ordinaria, con segni e simboli creati dall'autore. Similmente, agli organici di membranofoni e idiofoni di vario tipo, in legno o metallo, si aggiungono strumenti ideati dal musicista, quali l'ogororo, il lokole, l'icebell.
Dopo un periodo di pausa, Centazzo torna a suonare come percussionista nei primi anni 2000, in concerti multimediali solistici, dove strumenti acustici e digitali si mescolano e, collegati a due computer che generano suoni e segnali video, permettono al compositore il controllo dell'intero processo creativo e performativo. Ciò avviene in Anmin/Sounsleep (2001), Mandala (2007) e Einstein's Cosmic Messengers (2010), progetto nato in collaborazione con la NASA.
Andrea Centazzo, Solo improvised percussion, 1978, Birmingham, Munger Auditorium, 18 novembre [1978], locandina. - Collocazione: 00.CENT.24
Pierre Favre e Andrea Centazzo, Dialogues, Pistoia, Ictus Records, 1977, disco a 33 giri, copertina. - La musica di questo disco, basata su percussioni, batterie e gongs, è di forte influenza europea, apparentemente improvvisata in realtà largamente strutturata. - Collocazione: 00.CENT.34.210
Esperienze metamusicali: Pierre Favre, Andrea Centazzo, Udine, Auditorium dello Zanon, 1977, manifesto. - Collocazione: 00.Cent.24.1977/07
Andrea Centazzo, Finestre illuminate (quattro quadri per trio di percussioni), I movimento, 1980, partitura, manoscritto autografo. - A sinistra: partitura manoscritta; a destra: fotocopia, revisione con integrazione a collage. - Collocazioni: 00.CENT.33.FINEIL.1; 00.CENT.33.FINEIL.2
Andrea Centazzo, Le finestre illuminate (quattro quadri per trio di percussioni), Los Angeles, 1993, partitura, manoscritto autografo, frontespizio. - La dicitura "Revisited, Los Angeles, 1993" è manoscritta in calce all'ultima pagina della partitura, accanto alla firma del compositore. L'organico è in parte modificato rispetto alla prima versione del 1980. - Collocazione: 00.CENT.33.FINEIL.3
Andrea Centazzo, Alex Cline, Daved Moss, Percussion interchanges, Bologna, Ictus Records, 1980, disco a 33 giri, copertina. - Tre batterie, improvvisando, dialogano tra loro, elevando la percussione ad universo creativo dotato di regole proprie. La musica è stata registrata durante due conerti, uno a Los Angeles nel 1979 e uno a New York nel 1980. - Collocazione: 00.CENT.34.203
Arrigo Polillo, Marimba Jazz, «Hi-Fi», giugno 1980. - L'articolo presenta l'album "Indian Tapes" di Andrea Centazzo, pubblicato dalla Ictus Records nel 1981. - Collocazione: 00.CENT.22.1981
Andrea Centazzo, Recitative and variation for nine Alpine cowbells, da "Indian Tapes", 1980, partitura, manoscritto autografo. - L'organico del brano è costutiuto da nove campanacci alpini, un piatto intonato, un piatto ad altezza non definita e due grancasse. - Collocazione: 00.CENT.33.INDT/01.1
Andrea Centazzo, Scene: First episode (for metallophones), da "Indian Tapes", 1980, partitura, manoscritto autografo. - Collocazione: 00.CENT.33.INDT/01.1
Andrea Centazzo, M.R. Jazz (for a drummer), da "Indian Tapes", 1980, partitura, manoscritto autografo. - L'organico è costituito da una batteria jazz, con cinque piatti intonati, un hi-hat, un rullante, una grancassa e quattro tomtom. - Collocazione: 00.CENT.33.INDT/01.1
Record reviews: Waxing on. Whacks on wax ... Andrea Centazzo, India tapes, «Down Beat», aprile 1983. - L'articolo nomina l'album "Indian Tapes" disco dell'anno. - Collocazione: 00.CENT.22.1983
Andrea Centazzo, Not alone, 22 gennaio 1981, indicazioni esecutive, dattiloscritto. - Collocazione: 00.CENT.33.NOTAL.1
Andrea Centazzo, Not alone, 1981 circa, partitura a uso parte, fotocopia di manoscritto, copia di Roberto Manuzzi, p. 8. - La partitura è stata utilizzata come parte da uno degli esecutori e reca annotazioni esecutive manoscritte, in rosso e in blu. - Collocazione: 00.CENT.33.3
Andrea Centazzo, Situations III e IV, 1982, testo di presentazione dei brani, dattiloscritto. - Collocazione: 00.CENT.33.SITUA.1
Andrea Centazzo, Situations III e IV, 1982, disposizione degli strumenti, disegno a matita. - Collocazione: 00.CENT.33.SITUA.1
Andrea Centazzo, Situations III e IV, 1982, partitura, manoscritto autografo. - Collocazione: 00.CENT.33.SITUA.1
Andrea Centazzo, Mandala, 2006, presentazione dell'opera, pieghevole promozionale. - Collocazione: 00.CENT.23.2006
Andrea Centazzo, Mandala: concerto multimediale solista, Washington, Kennedy Center, 2009, fotografia. - Collocazione: 00.CENT.28
Andrea Centazzo, Meeting of the spirits, 2010, partitura, stampa da file. - Le tre parti di percussione sono indicate con i nomi dei tre percussionisti, rispettivamente Andrea Centazzo, Alex Pacho Rossy e Tiziano Tononi. - Collocazione: 00.CENT.33.MEESP.1
Le tracce del DVD (Ictus Records) sono state registrate durante concerti a New York, Los Angeles e Roma
Il DVD (Ictus Records) riprende il concerto del 22 ottobre 2010 alla "University of Southern California". Nato in collaborazione con la NASA, il progetto racconta la storia delle onde gravitazionali
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Gli anni '80 assegnano un ulteriore obbiettivo alla carriera artistica di Andrea Centazzo: la composizione per ensemble, più o meno vasti, che includono accanto alle percussioni archi, fiati e voci. Nascono opere in cui molto è scritto sulla partitura e poco spazio è lasciato all'improvvisazione, spesso controllata, dei solisti. Centazzo lascia la sua postazione dietro allo strumentario percussivo e raggiunge quella del direttore d'orchestra, pronto a dirigere i musicisti nell'esecuzione delle proprie opere.
È così che, nel 1983, nasce Cjant, scritta su commissione del Comune di Udine per celebrare il millenario della fondazione della città. Una composizione per sassofoni, clarinetti, trombe, corni, archi e percussioni, che, come afferma lo stesso Centazzo, «non è più musica intesa come genere, ma esperienza stimolante e, spero, provocatoriamente inclassificabile dal cui alveo affiorano […] rimembranze strumentali di mondi diversi, contaminazioni tra generi musicali anelanti ad un'unica forma di espressività: il suono». Sette movimenti strutturano l'opera, caratterizzata da «omaggi alla poetica mahleriana», «fraseggi minimali», sezioni scritte e sezioni improvvisate, richiami ai canti popolari friulani, accennati, presentati, variati dalla compagine orchestrale. Quest'ultima, con la sua particolare orchestrazione, rievoca diversi linguaggi e stili musicali: dalla classicità degli archi, al sound jazzistico dei sassofoni, fino ai richiami all'immenso patrimonio delle culture orientali suggeriti dalle percussioni.
Aggiungendo all'organico di 26 elementi di Cjant un soprano e una voce recitante, nel 1985 Centazzo compone Omaggio a Pier Paolo Pasolini, in occasione del decennale della morte del poeta. Partendo da alcune liriche pasoliniane raccolte in Poesie dimenticate (1965) e Tal còur di un frut (1953), affidate alla voce recitante e al soprano, Centazzo compone le musiche con l'obiettivo di rafforzare il suono di quelle parole, in continuità con lo stile adottato in Cjant e cercando «di ottenere sempre qualcosa di nuovo ed originale mescolando timbri strumentali nella maniera più azzardata e anticonvenzionale possibile, cercando sempre l'impasto timbrico inusuale e la contaminazione stilistica».
Altro notevole esempio di composizione per una compagine musicale di ampie dimensioni e singolare assortimento è Sacred Shadow (2002), in cui al fianco di un ensemble costituito da clarinetto, sassofono, flauto, violino, tastiere e percussioni, e al coro, il compositore pone un'orchestra gamelan balinese. Centazzo torna qui a suonare le percussioni e si pone come un ponte tra gli strumenti orientali e quelli occidentali, tra la cultura musicale balinese con i suoi magici suoni metallici e le musiche ipnotiche del minimalismo americano. A questo peculiare organico il compositore affianca la multimedialità: grazie al contributo di un visual designer, le «ombre sacre», immagini raccolte da Centazzo in tutto il mondo, vengono proiettate nel tentativo di rappresentare attraverso ascolto e visione la ricchezza delle tradizioni esistenti.
Andrea Centazzo, Cjant, 1983, partitura, manoscritto autografo, frontespizio e prima pagina. - Collocazione: 00.CENT.33.CJANT.1
Andrea Centazzo, Cjant, 1983, partitura, manoscritto autografo, sezioni 35 e 36, pp. 32-33. - Pagina 32 è una delle pagine fotocopiate, accartocciate e verniciate, utilizzate per l'opera grafica "Artwork" (1985-1987). - Collocazione: 00.CENT.33.CJANT.1
Andrea Centazzo, Cjant, copia ufficiale, 1983, partitura, fotocopia di manoscritto autografo, frontespizio e prima pagina. - Dopo essere stato fotocopiato, il manoscritto ha subito alcune modifiche, visibili come annotazioni manoscritte, perlopiù con pennarello rosso. - Collocazione: 00.CENT.33.CJANT.2
Andrea Centazzo, Cjant, copia ufficiale, 1983, partitura, fotocopia di manoscritto autografo, sezioni 35 e 36, pp. 32 e 33. - Collocazione: 00.CENT.33.CJANT.2
Andrea Centazzo, Cjant, 1983, partitura manoscritta, copia di Roberto Manuzzi, frontespizio e prima pagina. - La "copia ufficiale" è stata trascritta in bella copia da Roberto Manuzzi, che, grazie alla sua bella grafia, diventa il copista ufficiale di Centazzo. - Collocazione: 00.CENT.33.CJANT.3
Andrea Centazzo, Cjant, 1983, partitura manoscritta, copia di Roberto Manuzzi, sezione 35, pp. 76 e 77. - Collocazione: 00.CENT.33.CJANT.3
Rassegna stampa su "Cjant" da quotidiani e riviste, 1983. - Andrea Centazzo ha raccolto la rassegna stampa su quest'opera ordinando gli articoli e incollandoli su fogli di carta, li ha infine fotocopiati e rilegati a formare un fascicolo tematico. - Collocazione: 00.CENT.22.CJANT
Andrea Centazzo, Cjant: nuove esperienze musicali su antichi temi popolari friulani. Concerto per piccola orchestra, 27 esecutori, 1983, Udine, Palasport P. Carnera, locandina. - La locandina è relativa alla prima esecuzione dell'opera. - Collocazione: 00.CENT.24.1983.2a
Andrea Centazzo, Omaggio a Pier Paolo Pasolini, quinto movimento: "Suspir de me mari ta na rosa", 1985, partitura, manoscritto autografo, pp. 45 e 46. - Collocazione: 00.CENT.33.OMAPA.3
Andrea Centazzo, Omaggio a Pier Paolo Pasolini, quinto movimento: "Suspir de me mari ta na rosa", 1985, parte per seconda percussione, manoscritto, copia di Roberto Manuzzi. - Roberto Manuzzi ha riportato in bella copia anche le singole parti strumentali che sono poi state fornite ai musicisti in fotocopia. - Collocazione: 00.CENT.33.OMAPA.8
Andrea Centazzo, Omaggio a Pier Paolo Pasolini, quinto movimento: "Suspir de me mari ta na rosa", 1985, parte per seconda percussione, fotocopia del manoscritto di Roberto Manuzzi. - I musicisti hanno riportato sulle loro parti le annotazioni esecutive. - Collocazione: 00.CENT.33.OMAPA.7
Andrea Centazzo, Omaggio a Pier Paolo Pasolini, quinto movimento: "Suspir de me mari ta na rosa", 1985, parte per terza percussione, manoscritto, copia di Roberto Manuzzi. - Le annotazioni esecutive sono di mano dello stesso Centazzo. - Collocazione: 00.CENT.33.OMAPA.8
Andrea Centazzo, Omaggio a Pier Paolo Pasolini: secondo concerto per piccola orchestra, soprano e voce recitante, Udine, Auditorium "Zanon", 9 ottobre 1985, manifesto. - Collocazione: 00.CENT.24.1985.1
Andrea Centazzo, Omaggio a Pier Paolo Pasolini, Udine, Auditorium "A. Zanon", 9 ottobre 1985, pieghevole promozionale. - Collocazione: 00.CENT.22.1985.2
GMP, Centazzo: sacre geometrie per unire Est e Ovet, «Il Piccolo», 28 luglio 2002. - Collocazione: 00.CENT.22.2002.SacredShadows
Andrea Centazzo, Sacred Shadows, 2002, schema dello spettacolo e istruzioni per il mixer audio e luci, stampa da file. - Collocazione: 00.CENT.33.SACHS.1
"Omaggio a Pier Paolo Pasolini" (1985) viene ripubblicato in CD (Los Angeles, IctusRecords, 2007) con titolo tradotto e variato
Il contenuto musicale del CD pubblicato dalla IctusRecords nel 2011, di cui l'Archivio possiede copia, presenta alcune differenze rispetto al concerto presente su Youtube
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Il rapporto di Centazzo col teatro ha inizio nel 1986 con la composizione delle musiche di scena per i drammi interpretati e diretti da Luca Barbareschi. Centazzo si propone di comporre una musica ispirata al testo e ad esso funzionale, che abbia tuttavia struttura e lessico espressivo propri, che sia «talmente completa da poter avere vita autonoma ben al di là dello spettacolo teatrale».
Tra il 1986 e il 1991 sono numerosi gli spettacoli che vedono la collaborazione tra Centazzo e Barbareschi: Jacques e il suo padrone, Tutti gli uomini sono puttane, Mercanti di bugie, Il presente prossimo venturo, Caro bugiardo, Il ritorno di Casanova.
Nel 1993 Centazzo vince il premio Drama-Logue per lo spettacolo Incommunicado dell'Odyssey Theatre di Los Angeles, teatro con il quale continuerà a collaborare per alcuni anni in qualità di compositore di musiche di scena.
Il rapporto col teatro si fa ancora più profondo quando Centazzo decide di comporre un'opera lirica multimediale, incentrata sulla figura dell'artista, fotografa, militante Tina Modotti. Tina (1996) è, infatti, una delle opere più ambiziose del musicista, il quale crea e dirige uno spettacolo che unisce testo, musica, danza, video e fotografia, un «continuum espressivo finalizzato all'integrazione dei linguaggi spettacolari». Il video – contenente scene girate da Centazzo e fotografie rielaborate di Tina Modotti – viene proiettato sul fondo dell'enorme macchina fotografica che costituisce la scena, e funge da scenografia in movimento; la danza coinvolge cinque danzatori, le voci del soprano e del baritono e la voce recitante sono accompagnate da una compagine strumentale di ventuno esecutori che, grazie alla presenza di ottoni, legni, percussioni, archi e tastiere digitali, riuniscono linguaggi e sonorità contemporanei, minimalisti, folklorici, lirici e futuristici.
Tina viene prodotto dal Teatro Verdi di Trieste e, dato il successo, il libretto viene tradotto in inglese e lo spettacolo portato negli U.S.A., dove viene osannato da critica e pubblico.
Centazzo compone altre due opere liriche multimediali: Memento (2000), che porta in scena una rilettura in chiave contemporanea di un episodio della storia del Patriarcato di Aquileia, con caratteristiche foniche, timbriche e musicali simili a Tina; Simultas (2001), prodotta dal Teatro Comunale di Bologna, che narra la presa del potere della famiglia Pepoli a Bologna nel 1308 e sottolinea l'immutabilità delle passioni umane, quali desiderio di potere, gelosia, odio, violenza e sopraffazione.
Giuseppina Manin, Barbareschi: tra donne e robot sogno un'impossibile canzone d'amore, «Corriere della Sera», 24 gennaio 1990. - Collocazione: 00.CENT.22.1990
Attestato del "Drama-Logue, Critics Award" per "Incommunicado", Los Angeles, 1993. - Andrea Centazzo vince il premio per le musiche di scena dello spettacolo "Incommunicado" dell'Odissey Theatre di Los Angeles. - Collocazione: 00.CENT.26
Rassegna stampa di "Tina", articoli da quotidiani italiani e statunitensi, 1998. - Collocazione: 00.CENT.22.TINA
Andrea Centazzo, Tina, Warner Chappell Music Italy, 2001, partitura, copertina. - "Tina" e numerose altre opere di Centazzo sono state pubblicate dalla Warner Chappell Music Italy tra il 1994 e il 2001. L'illustrazione di copertina è del compositore. - Collocazione: 00.CENT.33.1.6
Andrea Centazzo, Tina, circa 1998, libretto, stampa da file, frontespizio e pagina 3. - Collocazione: 00.CENT.32.24
Andrea Centazzo, Tina, circa 1998, libretto, stampa da file elettronico, pp. 4-5. - Collocazione: 00.CENT.32.24
Andrea Centazzo's Tina, premiere americana, Los Angeles, UCLA Freud Playhouse, 6/7 giugno 1998, volantino. - Collocazione: 00.CENT.23.TINA
Ottavia Piccolo, Andrea Centazzo, Riccardo Massari durante le prove di Tina, Udine, 1966, fotografia. - Collocazione: 00.CENT.28
Andrea Centazzo, Memento, Udine, Teatro Nuovo "Giovanni da Udine", dicembre 2000, pieghevole. - Collocazione: 00.CENT.23.2000.2
Andrea Centazzo, Memento, 2000, libretto con le sole parti del Narratore (vece recitante), stampa da file, pp. 1-2. - Collocazione: 00.CENT.32.19
Andrea Centazzo, Simultas, note sull'allestimento e note di regia, prima versione, 2001, stampa da file. - Collocazione: 00.CENT.32.21
Il video (videocassetta Betacam) contine riprese delle prove, della preparazione degli attori e dello spettacolo "Tina", andato in scena alla UCLA Freud Playhouse nel giugno 1998
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Animato da grande curiosità e da un desiderio di ricerca continua, con l’intento di trasmettere agli altri la sua stessa passione e le sue conoscenze già a partire dagli anni ’70 Centazzo inizia a dedicarsi alla produzione saggistica. I primi articoli vengono pubblicati su riviste musicali specializzate (La 440 Hertz, Gong, Fare Musica, Percussioni, Musica Van, ecc.); successivamente, negli anni '80 e '90, pubblica monografie di argomento organologico e metodi per batteria e percussioni.
Tra i saggi citiamo Guida agli strumenti a percussione (Il formichiere, 1979), Strumenti per fare musica (Gammalibri, 1982), La batteria. Stili, protagonisti e tecniche (Muzzio, 1982) e La percussione. Nuove tecniche (Ricordi, 1983), testo rivolto alla didattica degli strumenti a percussione nei conservatori di musica. Questi saggi approfondiscono non solo il mondo delle percussioni ma anche quello delle altre famiglie di strumenti musicali, in prospettiva storica ed antropologica, accompagnando il lettore in un viaggio attraverso le diverse culture.
Il batterista e Smart drumming sono due metodi pubblicati rispettivamente nel 1982 e nel 1993, nei quali il percussionismo viene analizzato come attività totalizzante in cui l'individuo è coinvolto sia dal punto di vista fisico che mentale: Centazzo non solo illustra gli esercizi pratici necessari per il batterista, ma fornisce, ad esempio, indicazioni su come scaldare e allenare i muscoli di tutto il corpo e sull'alimentazione più adatta.
Il desiderio di Centazzo di diffondere la conoscenza sull'universo delle percussioni non passa solo attraverso le pagine dei libri o delle riviste: numerosi sono gli incontri didattico-seminariali tenuti da Centazzo durante tutta la sua carriera, in Europa e negli Stati Uniti. Tra questi un corso di “Percezione del timbro strumentale nell’educazione musicale” tenuto al DAMS di Bologna nel 1986. Centazzo ha inoltre curato la rivista Pulsus (di effimera esistenza) e la mostra In Battere (1981), dedicata agli strumenti a percussione con l'intento di avvicinare pubblico e critica a questa famiglia di strumenti da sempre poco indagati e considerati.
Nasce "Pulsus", «Ciao 2001», luglio 1981. - L'articolo racconta la nascita della rivista "Pulsus", trimestrale sul mondo delle percussioni, diretto da Andrea Centazzo. La rivista non ebbe fortuna e venne publicato un solo numero. - Collocazione: 00.CENT.22.1981
Concerti, incontri e una mostra al ritmo delle percussioni, «Giornale del Sud», 6 novembre 1981. - L'articolo presenta e pubblicizza la mostra "In battere" organizzata da Andrea Centazzo a Reggio Emilia. - Collocazione: 00.CENT.22.1981
Scritti di Andrea Centazzo sulle percussioni, recensioni sulla stampa periodica, 1983-1984. - Gli articoli presentano e recensiscono tre saggi di Andrea Centazzo: "Guida agli strumenti a percussione", "La batteria: stili, protagonisti e tecniche", "Il batterista". - Collocazione: 00.CENT.22.1984
Andrea Centazzo, Guida agli strumenti a percussione: storia e uso, Milano, Il Formichiere, 1979, copertina e quarta di copertina. - Collocazione: 00.CENT.32.4
Andrea Centazzo, La percussione: nuove tecniche, 1982 circa, manoscritto autografo. - Due pagine del manoscritto originale del saggio che verrà pubblicato da Ricordi nel 1983 col titolo "La percussione: nuove tecniche". - Collocazione: 00.CENT.32.8
Andrea Centazzo, La batteria: smart drumming, 1994 circa, Introduzione, dattiloscritto. - Collocazione: 00.CENT.32.7
Andrea Centazzo, Smart drumming: esercizi e consigli per il batterista contemporaneo, Milano, Nuova Carish, 1995, copertina. - Collocazione: 00.CENT.32.17
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Andrea Centazzo ha prodotto una vasta quantità di materiale musicale, parte del quale è rimasto inedito. Questi materiali, che a volte costituiscono abbozzi, semplici appunti, altre volte scritture quasi complete, vengono ripresi a distanza di anni dal compositore, rielaborati, rifiniti, completati, usati per uno scopo o un contesto esecutivo diverso da quello per cui erano stati prodotti inizialmente.
È il caso, ad esempio, di The Barrister, Serbatyc joy e Barium restautant che, come afferma il compositore, «sono state scritte per un laboratorio orchestrale al conservatorio di Bari e quindi per un organico che mi era stato comunicato precedentemente ma non sono organiche l'una all'altra e possono essere eseguite separatamente. Riprendono comunque vecchie composizioni inedite»; mentre Painful obsession «è del 2016 e si basa su un ostinato già usato in altre composizioni precedenti».
Silent night nasce invece nel 1990 per un concerto a solo di Centazzo. La "partitura" è costituita da un semplice abbozzo, un'idea appuntata a mano su un pezzo di foglio pentagrammato; nel 2018 questa bozza viene ripresa, approfondita, revisionata e arrangiata per due voci e tastiera.
In altri casi, composizioni complete, scritte per un determinato organico vengono riprese e riarrangiate per essere eseguite da un organico totalmente diverso. È il caso, ad esempio, di Rumble che, nato nel 1983 per un organico di sassofono soprano, tastiere e percussioni, viene riorchestrato due anni dopo per percussioni ed elettronica e nuovamente, nel 2000, per clarinetto e pianoforte.
Chirimia nasce invece nel 1977: «da quella versione (che era solo la melodia scritta su un rigo) ne sono derivate varie versioni per vari organici di cui quello orchestrale e quella per Trio (flauto, clarinetto basso, percussioni) sono le più note. Una nuova versione per quartetto (flauto, vibrafono, percussioni e basso) viene arrangiata nel 2022».
Andrea Centazzo, Rumble, 1983 circa, fotocopia del manoscritto autografo, prima e seconda pagina. - Sassofono soprano, pianoforte, organo e batteria costituiscono l'organico di questa prima versione del brano. - Collocazione: 00.CENT.33.RUMB.1
Andrea Centazzo, Rumble, 1985, partitura, manoscritto autografo, copertina e pagina di musica. - Questa versione del brano, di circa due anni successiva all'originale, è riarrangiata per percussioni, strumentazione elettronica e rumori. La copertina riporta la successione delle sezioni del brano. - Collocazione: 00.CENT.33.RUMB.3
Andrea Centazzo, Rumble, 2000, partitura, stampa da file. - In questa nuova versione il brano è arrangiato per clarinetto e pianoforte. - Collocazione: 00.CENT.33.RUMB.2
Andrea Centazzo, Silent night, 1990 e 2018, abbozzo autografo e partitura, stampa da file. - In alto il tema del brano abbozzato su una carta stracciata nel 1990 e intitolato "Pezzo nuovo"; in basso la versione per due voci e tastiera del 2018. - Collocazioni: 00.CENT.33.SILENT.1; 00.00.CENT.33.SILENT.2
Andrea Centazzo, Painful obsession, 2016, partitura, stampa da file, pp. 1-2. - Il brano si basa su un ostinato usato in composizioni precedenti. - Collocazione: 00.CENT.33.PAIOB
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Centazzo scrive in un periodo di continue evoluzioni tecnologiche e questo si rende palese non solo nelle opere, ma anche nei diversi metodi di redazione delle partiture. Quelle degli anni ’70 e dei primi anni ’80 sono manoscritte, in genere autografe a cui si affiancano spesso copie di Roberto Manuzzi, collaboratore di Centazzo, dotato di una grafia chiara e ben leggibile. Nella maggior parte dei casi le sue trascrizioni riguardano tanto le partiture quanto le parti, vengono riprodotte in fotocopia per i musicisti e in questa forma recano spesso le loro annotazioni manoscritte, che fungono da traccia informativa sull’esecuzione e interpretazione del brano, tanto dal vivo, quanto in studio di registrazione.
I manoscritti che subiscono nel tempo modifiche testuali si presentano talora come collage di frammenti con versioni alternative di passi dell'opera.
Le partiture prodotte dal 1986 ai primi anni ’90 utilizzano i primi software di trascrizione elettronica (Notator) e i primi metodi di stampa “casalinga” a matrice di punti su carta a modulo continuo (i fogli sono uniti sul lato corto e i margini laterali sono forniti di fori di trascinamento), sottile e fragile, in cui la stampa musicale appare sgranata, spesso sbiadita e di non agile lettura.
Dal 1993 circa Centazzo passa a metodi più evoluti di trascrizione elettronica e stampa, basati sul software Logic e stampa laser in formato A4 o A3, con caratteri ben definiti e meglio impressi.
Tra il 1994 e il 2001 l'editore Warner Chappell music Italy ha pubblicato in partitura le principali opere musicali di Centazzo.
Andrea Centazzo, The Bay, 1977, partitura autografa. - Su un foglio di quaderno pentagrammato, Centazzo ha scritto il tema affidato ai sassofoni soprani, appuntando sinteticamente gli interventi della batteria. - Collocazione: 00.CENT33.BAT.1.1
Andrea Centazzo, Cjant, 1983, partitura autografa, p. 2. - Centazzo scrive la partitura per orchestra su fogli protocollo pentagrammati, trovandosi a utilizzare spazi ridotti, con un risultato poco leggibile. - Collocazione: 00.CENT.33.CJANT.1
Andrea Centazzo, Tiare, terzo movimento, 1987, partitura manoscritta, copia di Roberto Manuzzi, p. 10. - Terminata la composizione dell'opera, Centazzo la fa riscrivere in bella copia, con grafia più tondeggiante e leggibile, al suo collaboratore Roberto Manuzzi. Le copie sono spesso distribuite ai musicisti. La presenza di cartigli incollati sulla partitura rende evidente la presenza di una modifica al testo musicale. - Collocazione: 00.CENT.33.TIARE.1
Andrea Centazzo, Dear liar (Caro bugiardo), 1990, partitura, stampa su fogli a modulo continuo. - L'inchiostro poco intenso, la grafica sgranata e poco definita e lo sviluppo in verticale sono le caratteristiche principali della stampa su fogli a modulo continuo, non sempre funzionale alla produzione di partiture musicali. - Collocazione: 00.CENT.33.CAROB.1
Andrea Centazzo, Meeting of the spirits, One, 2010, partitura, stampa da file. - Gli attuali metodi di notazione musicale elettronica e di stampa offrono comodità di scrittura e editing, e buona leggibilità. - Collocazione: 00.CENT.33.MEESP.1
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Realizzazione della mostra: Francesca Dragone (Scuola di specializzazione in Beni musicali - UNIBO)
Supervisione: Gianmario Merizzi
Si ringraziano: Andrea Centazzo, Giulia Giannini, Rosa Peluso.
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