Collezioni, mostre, servizi e altre attività della Biblioteca
Programma espositivo a cura di Francesco Spampinato
Per blind spot, letteralmente punto cieco, si intende una porzione del globo oculare che non recepisce informazioni o, più comunemente, una zona inaccessibile al campo visivo del conducente di un veicolo sullo specchietto retrovisore. Il concetto di blind spot è qui utilizzato con valenza metaforica in riferimento a quei materiali conservati presso la Sezione Arti Visive “I.B. Supino” della Biblioteca delle Arti che, pur essendo nella maggior parte dei casi accessibili “a scaffale”, non sono immediatamente “visibili” o di cui non è apertamente riconosciuto il valore bibliografico e culturale. Il progetto Blind Spot: percorsi inediti alla Biblioteca Supino mira a mettere in luce pubblicazioni preziose, tracciare mappe, seguire indizi, valorizzare fondi, attraverso un programma espositivo che consiste in due mostre all’anno, una per semestre, seguendo il calendario accademico. Ogni mostra consiste in un focus su un tema, un movimento artistico o un’area di interesse, attraverso una selezione di pubblicazioni presenti nella collezione della biblioteca che verranno presentate all’interno di tre teche, per poi tornare disponibili per la consultazione e il prestito bibliotecario alla fine dell’esposizione.
Coordinato dal Prof. Francesco Spampinato, il programma espositivo vede coinvolti docenti, ricercatori e dottorandi del Dipartimento delle Arti come curatori di progetti espositivi sviluppati attorno a nuclei tematici relativi alle arti visive, ovvero inediti percorsi bibliografici costruiti utilizzando esclusivamente materiali presenti nella collezione della biblioteca. Destinatari principali del progetto Blind Spot sono gli studenti dei corsi di studio offerti dal Dipartimento delle Arti e fondati sulle arti visive o in cui le arti visive abbiano un ruolo di primo piano, ovvero il DAMS – Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, la Laurea Magistrale in Arti Visive, la Scuola di Specializzazione in Beni-Storico Artistici e il Dottorato in Arti Visive, Performative, Mediali. Gli studenti di questi corsi di studio, abituali frequentatori della Biblioteca Supino, troveranno nei progetti espositivi di Blind Spot dei preziosi inviti alla lettura e alla consultazione, delle tracce bibliografiche che potrebbero rivelarsi fondamentali per le loro ricerche, degli strumenti per integrare la conoscenza acquisita attraverso gli insegnamenti accademici o semplicemente degli stimoli o spunti di riflessione.
Nel dicembre 2023 ha preso avvio la digitalizzazione delle oltre 4.900 stampe fotografiche dell’archivio appartenuto a Igino Benvenuto Supino, fondatore e primo direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte del nostro Ateneo. Si tratta di una fase importante del progetto di valorizzazione del Fondo Supino, che ha visto dapprima una ricognizione e riordino del fondo grazie al quale sono state individuate le serie tematiche che lo compongono, ovvero Architettura (797), Scultura (1.856), Arti Decorative (934), Grafica (367), Pittura (300), Archivio Arturo Pettorelli (498) e la serie Mostra Alinari 1977 (81). La fase successiva del progetto prevede la catalogazione puntuale di tutti gli esemplari del fondo e la pubblicazione online.
L’obiettivo principale del progetto è proprio quello di valorizzare e mettere a disposizione della comunità accademica, degli studiosi e di tutti i cittadini interessati il ricco e prezioso patrimonio fotografico appartenuto a Igino Benvenuto Supino, primo docente di storia dell’arte dell’ateneo di Bologna, donata dai suoi eredi all’Università di Bologna tra il 1952 e il 1954.
Le fasi del progetto
Dopo una fase preliminare di studio e censimento, tra il 2019 e il 2020 è stata avviata la catalogazione di una prima parte del fondo, la serie denominata “Partizione Antica” che si compone di oltre 3.200 fotografie, già fruibili online sul catalogo della Fondazione Federico Zeri. Questa fase del progetto è stata realizzata in collaborazione con il Dipartimento delle Arti.
La seconda fase, che ha preso avvio nel 2022, ha previsto dapprima il riordino fisico degli esemplari e prosegue con la digitalizzazione integrale e catalogazione delle oltre 4.900 stampe fotografiche del fondo Supino, finora inaccessibili agli utenti perché in attesa di un congruo trattamento archivistico e catalografico. Si tratta una documentazione preziosa che comprende principalmente fotografie che Supino utilizzò come supporto alla didattica e alla ricerca storico-artistica e che acquistò o direttamente commissionò presso le principali ditte fotografiche dell'epoca, dal 1890 circa fino alla sua scomparsa nel 1940.
Nell’ottobre 2024, quando la digitalizzazione e inventariazione del fondo fotografico è nella sua fase conclusiva, prende avvio la catalogazione della serie del fondo Supino Architettura, cui seguirà la serie Scultura. La serie Architettura, che comprende 797 fototipi, documenta chiese, palazzi, allestimenti museali, siti archeologici, vedute di città italiane e straniere, con una preponderanza in termini numerici di fototipi riferiti alle città in cui visse e lavorò Igino Benvenuto Supino, Pisa e Firenze prima, rispettivamente come Ispettore agli Scavi e Monumenti e direttore del Museo Nazionale del Bargello e Bologna poi, da professore straordinario di Storia dell'arte dell'ateneo. La serie Scultura, la più cospicua di tutto il fondo con 1.856 fototipi, documenta gli ambiti di studio maggiormente frequentati da Supino, che ruotano intorno alle testimonianze scultoree in Italia tra Medioevo e Rinascimento.
Referente del progetto: Giulia Calanna
Una panoramica sul fondo fotografico
La biblioteca personale di Igino Benvenuto Supino (Pisa, 1858 – Bologna, 1940) storico dell'arte e fondatore dell’Istituto di Storia dell’Arte di Bologna, venne donata all’Università dagli eredi dopo la sua morte ed entrò a far parte del patrimonio di Ateneo con l’esercizio patrimoniale 1953-54. Copia dell'inventario è conservata negli uffici della sezione “I. B. Supino” della Biblioteca delle Arti.
Al suo arrivo, la donazione non venne collocata in una sezione unitaria che conservasse l’ordinamento originario. I volumi vennero invece distribuiti nelle diverse sezioni della biblioteca dell’allora Istituto di Belle Arti. Anche il lavoro di inventariazione fu condotto in maniera spesso sommaria, tanto da rendere ora difficile una precisa quantificazione dei volumi, opuscoli e periodici donati. Col trasferimento della biblioteca nella nuova sede di Santa Cristina, iniziò la ricollocazione dei materiali che riguardò 444 libri antichi (dal 1541), ora nella sezione ANTICHI, e 1440 opuscoli, ora nella sezione OPUS SUP.
L'attuale progetto intende giungere ad una ricostruzione complessiva della donazione bibliografica di Supino. I volumi, identificati sulla base dell'inventario e dei timbri presenti, saranno tutti catalogati in Sebina e identificati come parte della donazione Supino attraverso l'indicazone di provenienza. Saranno censiti i volumi recanti annotazioni dediche etc. riconducibili all'attività del donatore. Verrà quantificata ed elencata l'eventuale perdita di volumi originariamente nella collezione. Verrà accertato lo stato di conservazione e i volumi più pregiati, per anzianità, rarità, interesse, verranno tutelati, anche attraverso una campagna di digitalizzazione selettiva.
Referenti del progetto: Alberto Tobio (monografie, opuscoli); Caterina Cossetto (periodici)
Il link consente l'estrazione dei volumi posseduti dalla Biblioteca delle Arti e attualmente identificati come appartenenti alla donazione Supino
I volumi e gli altri documenti del Fondo Meldolesi donato alla Biblioteca da Laura Mariani sono stati vagliati e selezionati e ne è stato prodotto un inventario preliminare a cura di Alice Curridori e Meng Sun nell'ambito di un tirocinio presso la Biblioteca. Secondo gli accordi con la donatrice, i volumi già presenti in Biblioteca, privi di note, sottolineature o altre testimonianze dell'attività dello studioso, sono stati censiti e quindi destinati ad altra biblioteca. I circa 1600 volumi e altri documenti destinati a costituire il Fondo sono stati riordinati e ne è in corso la catalogazione che si avvale del Centro di catalogazione di Ateneo, Settore Gestione e sviluppo del Catalogo del Polo Bolognese dell'Area per il Patrimonio culturale dell'Università di Bologna. Al momento è stata completata la catalogazione dei testi teatrali e letterari, delle tesi di laurea, del materiale audiovisivo e di parte del materiale dattiloscritto o in copia. Il lavori dovrebbero concludersi entro il 2024.
Dopo una prolungata interruzione dovuta alla pandemia, i lavori di inventariazione dell'Archivio del Centro studi proseguono all'interno del progetto Città degli Archivi della Fondazione Del Monte, sotto la supervisione di Stefano Vitali. La pubblicazione dei primi dati attende la fine dell'aggiornamento delle funzionalità della piattaforma.
I materiali bibliografici (bibliografia, edizioni musicali, edizioni discografiche) sono in corso di catalogazione da parte della Biblioteca. E' stata completata la catalogazione delle quasi 500 partiture con composizioni di Bruno Maderna e di altri autori del Novecento (tra gli altri Giacinto Scelsi, Franco Donatoni, Adriano Guarnieri) e la sezione degli studi. I materiali sin qui catalogati sono rintracciabili nel catalogo Sebina attraverso il link riportato di seguito.
Sono conclusi i lavori di catalogazione e inventariazione archivistica dell'Archivio Milva.
Gli strumenti di ricerca prodotti sono disponibili sulla pagina lincata in calce.
La mostra 'In arte, Milva', curata da Anna Maria Lorusso e Lucio Spaziante e realizzata in collaborazione con la Biblioteca delle Arti e l'Archivio Milva è stata inaugurata il 22 novembre 2023 e si è conclusa il 4 febbraio 2024. Al termine della mostra, l'Archivio è stato ufficialmente aperto agli studiosi.
E' in via di completamento la digitalizzazione dei materiali con criticità di fruizione in ragione del formato fisico e della mediazione tecnologica richiesta (nastri, nastri DAT, VHS, diapositive e negativi, manifesti e altri materiali grafici di grande formato). Tali materiali saranno pertanto resi disponibili alla consultazione in sede in riproduzione digitale. Un progetto generale e sistematico di digitalizzazione dell'Archivio è ancora in fase di studio.
Si è concluso un progetto di tirocinio a cura di Francesca Ferri dell'Università di Ferrara (gennaio marzo 2024), finalizzato all'arricchimento descrittivo della serie archivistica contenente i materiali per l'esecuzione. Sono allo studio altri progetti di tirocinio o tesi di laurea dedicati a specifiche porzioni dell'Archivio.
La collezione di compact disc è in corso di catalogazione a cura di Chiara Sirk. I dischi già collocati nella sezione MC7 della discoteca (oltre 600) sono visibili nell'OPAC Sebina e sono disponibili per la consultazione. Il completamento della catalogazione è attualmente previsto per la fine del 2024.
La donazione perventuta alla Biblioteca delle Arti, sezione di Musica e Spettacolo, comprende una ricca collezione di opere di musica vocale, in massima parte opere, romanze, arie, canzoni, con accompagnamento di pianoforte e altri strumenti.
Terminata la catalogazione degli spartiti d'opera (oltre 400 esemplari) e del repertorio canzonettistico più recente (470 esemplari), le attività di catalogazione sono ora rivolte alla collezione di romanze e arie e alle edizioni più antiche di canzoni per canto e mandolino, pubblicate a partire dagli ultimi anni dell'Ottocento e spesso corredate da copertine illustrate. Questa attività non ha al momento un termine programmato.
E' in corso la catalogazione del materiale della sezione "Documentazione artistica - Biblioteca" che raccoglie parte della biblioteca personale di Luigi Gozzi (monografie, periodici, estratti, dattiloscritti) e la serie dei testi teatrali pervenuti al regista, o comunque da lui vagliati, come proposte di allestimento. Il lavoro si avvale della collaborazione di Alessandra Crapanzano che svolge un tirocinio curricolare in Biblioteca.
Ricordiamo che a Luigi Gozzi è intitolata una sala della Biblioteca delle Arti.
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