Rulli per autopiano

Piccola collezione di 20 rulli per autopiano pneumatico.

Pubblicato il 13 giugno 2022 | Donazioni

Una piccola collezione di 20 rulli per autopiano pneumatico, donata alla Biblioteca da Roberto Bolelli e Gianmario Merizzi, è stata catalogata ed è disponibile agli studiosi.

I cosiddetti rulli (in effetti si tratta di rotoli) sono supporti musicali peculiari, per alcuni versi analoghi ai moderni MIDI files. Come questi ultimi, hanno un contenuto sonoro non “attuato” ma “potenziale”, costituito da informazioni di esecuzione che possono derivare o dalla fissazione meccanica del lavoro di un interprete, oppure dalla trascrizione metronomica («traduzione grafica» secondo un’espressione coeva) di un testo musicale che viene “traforato” su un rotolo cartaceo di 5 e più metri di lunghezza, principalmente in analogia coi parametri di altezza e durata delle note (vedi l’immagine qui sotto). Sono destinati ad una lettura automatica o semiautomatica, mista uomo/macchina, tramite la quale, a seconda della modalità di produzione e delle caratteristiche dello strumento, verrà riprodotta l’interpretazione dell’esecutore originario oppure verrà offerta un’esecuzione “neutra”, che l’autopianista dovrà “interpretare” azionando i controlli dello strumento meccanico, guidato da indicazioni di agogica e dinamica stampate sul rullo che scorre davanti ai suoi occhi.

I rulli presenti nella piccola collezione appartengono tutti a questa seconda categoria di supporti che richiedono l’intervento di un autopianista in una sorta di esecuzione assistita dove (secondo la tesi dei sostenitori di questo strumento), alleviato dall’onere della meccanica manuale, l’esecutore può concentrarsi appieno sulle sottigliezzie e profondità dell’interpretazione musicale, sostenuto da una manualistica estetico musicale che, almeno all’estero, ebbe discreta diffusione.

Raffronto tra la traforazione del rullo e lo spartito per canto e pianoforte.

Nei primi decenni del Novecento, quando la tecnologia fonografica ancora non può avvalersi di microfoni e sistemi di amplificazione del suono in fase di registrazione e riproduzione, il piano pneumatico offre una qualità ed una presenza sonora con cui il grammofono non può competere. Va da sé che, al di là delle composizioni originali oppure pianistiche, il repertorio disponibile è limitato a riduzioni o trascrizioni di opere cameristiche, sinfoniche, operistiche ovvero “leggere” come canzoni, ballabili e brani di genere. Tuttavia, nella sua versione di strumento destinato non tanto alla riproduzione ma ad una esecuzione musicale “facilitata”, il piano pneumatico si propone anche nel ruolo di accompagnatore per strumenti solisti o cantanti, con tanto di testo cantato che scorre sul rullo di carta in sincrono con la musica, una specie di ‘karaoke ante litteram’ .

Come si apprende dalle etichette di proprietà, i rulli donati alla biblioteca provengono in massima parte dalla collezione privata di un certo maggiore Cesare Campi che li acquistò nella seconda metà degli anni ’20 del Novecento, nel momento di maggiore diffusione del piano meccanico, prima che la grande crisi del ’29 e la concorrenza di disco (ormai elettrificato), radio e film sonoro conducano al tramonto piuttosto rapido di questo peculiare sistema di fruizione musicale. Alcuni rulli recano etichette e timbri di due negozi di musica bolognesi, Il “Regio Stabilimento musicale / ditta Cesare Sarti / pianoforti e musica / Farini 7 Bologna” e la “Rulloteca per Autopiani / A. Borsari, via Oberdan, 24 / Bologna”. I rulli sono per la maggior parte di produzione italiana (F.I.R.S.T., Fabbrica Italiana Rulli Sonoro Traforati di Cremona) con qualche esemplare francese (L’E.M.P. L’Edition Musicale Perforée) e spagnolo (Victoria).

Di casa piuttosto nei musei di strumenti musicali, questo tipo di supporto è raro all’interno delle biblioteche e sinora del tutto assente nel catalogo nazionale SBN in cui la catalogazione di questi rulli costituisce un’esperienza pilota. Nella nostra biblioteca i rulli vanno ad aggiungersi ai dischi a 78 giri con un valore che, considerata la limitata estensione delle due collezioni, è soprattutto didattico e campionario, volto a segnalare l’esistenza e offrire a studiosi e studenti l’occasione di entrare in contatto “reale” con qualche esemplare di questi antichi supporti destinati all’ascolto della musica. I rulli sono disponibili per la visione diretta nonché per l’ascolto grazie al lavoro di digitalizzazione e conversione in formato MIDI realizzato dal Dipartimento di Musicologia di Cremona depositario di una notevole collezione di rulli e con cui è stata avviata una collaborazione.

Gianmario Merizzi