I libri appartenuti alla studiosa donati dalla famiglia nel 1984
Francesca Alinovi, nata a Parma nel 1948, si laurea in Lettere e Filosofia all'Università di Bologna con una tesi di Storia dell'arte su Carlo Corsi, discussa con Francesco Arcangeli. Successivamente si specializza con Renato Barilli occupandosi di Piero Manzoni. Gli interessi di Francesca Alinovi si focalizzano sulla storia delle avanguardie e sulle contaminazioni tra le varie arti: pittura, fotografia, teatro, performance, musica.
Il 30 luglio 1984 il Consiglio di amministrazione dell’Università di Bologna approva la proposta di donazione libraria ricevuta da parte della famiglia Alinovi, rappresentata da Brenna, sorella di Francesca Alinovi, critica d’arte e ricercatrice dell’ateneo prematuramente scomparsa l’anno precedente. Come si legge nella presentazione, si tratta di un insieme di testi “relativi ai rapporti tra arte, musica, spettacolo, architettura, fotografia, per un totale di circa 366 voci tra libri, cataloghi, opuscoli”. La donazione libraria è stata destinata alla Biblioteca del Dipartimento delle Arti visive, catalogata e collocata all’interno delle varie sezioni della biblioteca.
Nell’estate 2023, grazie al ritrovamento dell’elenco dattiloscritto analitico di tutti volumi della donazione, è stato possibile avviare un progetto di valorizzazione finalizzato a dare risalto al fondo librario mediante il recupero di tutti i volumi dislocati nelle varie sezioni della biblioteca e la loro ricollocazione in uno scaffale dedicato, infine la catalogazione sistematica e la compilazione delle note d’esemplare e della provenienza dei volumi all’interno del gestionale, in modo che sia possibile rintracciarli agilmente nel catalogo SBN UBO.
Nel settembre 2024, in occasione del quarantesimo anniversario della donazione, la biblioteca in collaborazione con il Dipartimento delle Arti ha organizzato una mostra bibliografica dedicata alla memoria di Francesca Alinovi, per valorizzare alcuni tra i documenti più rilevanti e più rari della raccolta. La mostra "Ri-Partire da Dada. I libri, le idee, le ricerche di Francesca Alinovi", a cura di Pasquale Fameli e Federica Muzzarelli con la collaborazione di Katia Amaroli, ruota attorno alle ricerche e alle riflessioni svolte da Francesca Alinovi sul movimento Dada, confluite nella sua unica monografia pubblicata nel 1980.
Il progetto Ri-Partire da Dada, in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici, si articolerà in una serie di attività espositive, seminariali, spettacolari e scientifiche lungo tutto l’anno accademico 2024-25. La mostra alla Biblioteca Supino, che costituisce la prima tappa del progetto, raduna una selezione delle fonti su Dada adoperate da Alinovi e una cernita di saggi e cataloghi relativi ai fenomeni artistici della postmodernità che hanno orientato la sua analisi critica, con l’obiettivo di riattivare la riflessione sulla sua attività.
I libri di Francesca Alinovi
L’eterogeneità degli argomenti rappresentati nei volumi del fondo rispecchia l’approccio transdisciplinare della ricercatrice allo studio dei fenomeni artistici. Sono presenti numerosi cataloghi di mostre che la studiosa ha potuto visitare nel corso degli anni, nonché una serie di libri d’artista di autori a lei contemporanei. Si tratta di testimonianze spesso utilizzate da Francesca Alinovi per le sue ricerche e talvolta citate all’interno dei suoi scritti, alcuni dei quali sono stati raggruppati da Barilli nella raccolta di articoli L’arte mia (1984).
Tra i temi che ricorrono nel Fondo Alinovi vi sono la poesia verbo-visiva, la performance, il teatro, il cinema e la musica. Ne sono un esempio il saggio di Jean-Paul Curtay sulla poesia lettrista (con dedica autografa dell’autore), Il segno teatrale di Giuseppe Bartolucci (1978) oppure il volume dedicato alla settimana della Performance Art americana (Firenze, 1980). L’interesse di Alinovi nei confronti della pratica della Performance è ben noto grazie anche alla sua curatela delle Settimane Internazionali della Performance bolognesi (1977-1982). Il suo fondo ci restituisce tracce interessanti anche sul versante musicale, come il testo sul vocalista Demetrio Stratos di Mario Giusti, mentre sul cinema ricordiamo la monografia Cinema off e videoarte a New York, curata da Ester De Miro, o ancora il catalogo delle Giornate internazionali di cinema d’artista del 1979, Cine qua non.
Anche la fotografia, su cui scrive un saggio a quattro mani con Claudio Marra Fotografia, illusione o rivelazione? (1981), è un tema che viene esplorato da Alinovi. Nel fondo troviamo alcuni volumi e opuscoli sulle opere di Duane Michals, Mac Adams, Robert Demachy, Robert Mapplethorpe e il volume su Wilhelm von Gloeden, scritto da Charles Leslie, in cui troviamo anche una dedica ad Alinovi da parte dell’autore.
Francesca Alinovi, inoltre, è tra le prime personalità a dare risalto in Italia al fenomeno artistico del graffitismo newyorkese. Nel corso dei suoi numerosi viaggi a New York entra in contatto con gli artisti del Lower East Side, tra i quali Kenny Scharf e Keith Haring. Su questo argomento troviamo nel fondo la monografia di Craig Castleman Getting up: subway graffiti e il catalogo della mostra Robert Kushner. Dreams and Visions del 1981, che si è svolta a New York alla Holly Solomon Gallery.
Nel 1984 viene inaugurata, su questo tema, la mostra “Arte di frontiera. New York Graffiti” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. La rassegna era stata progettata da Alinovi ma viene realizzata soltanto dopo la sua scomparsa.