Fondo René Leibowitz

Il fondo contiene oltre 900 partiture provenienti dalla biblioteca personale di René Leibowitz (1913 - 1972), direttore d'orchestra, musicologo, compositore, figura centrale del revival della musica dodecafonica a Parigi nel dopoguerra che porterà tra l'altro alla nascita dell'avanguardia seriale

Il fondo consta di oltre 900 edizioni musicali, manoscritti e riproduzioni fotografiche di manoscritti provenienti della biblioteca personale di René Leibowitz (Varsavia 1913 - Parigi, 1972), direttore d'orchestra, musicologo e compositore, la cui fama è soprattutto legata all'attività di divulgazione della musica dodecafonica.

I volumi vennero acquistati dall'Università di Bologna nel 1974, per iniziativa del prof. Luigi Rognoni (1913-1986), storico della musica ed amico personale di René Leibowitz.

Il fondo non corrisponde all'intero lascito di Leibowitz il cui archivio manoscritto, contenente tra l'altro la produzione compositiva ed epistolare del musicista, venne ceduto alla Paul Sacher Stiftung di Basilea.

L'aspetto indubbiamente più interessante del “fondo bolognese” è legato alle tracce che esso conserva del lavoro interpretativo, analitico, orchestrale e didattico che fece di Leibowitz uno dei più prestigiosi direttori d'orchestra, nonché teorici e divulgatori della nuova musica attorno alla metà del secolo scorso. Tali tracce hanno la forma di annotazioni manoscritte, di natura esecutiva o interpretativa e in misura minore analitica, didattica o orchestrativa, a corredo delle partiture ora in possesso della Biblioteca. Esse offrono un riscontro visivo alle scelte interpretative testimoniate dalle numerose edizioni discografiche dirette da Leibowitz.

Lo stesso assortimento del repertorio fornisce indicazioni di rilievo sui gusti e gli interessi musicali di Leibowitz. Elemento portante della collezione è indubbiamente la tradizione musicale tedesca, da J.S. Bach ai maestri della dodecafonia – spina dorsale di quel processo evolutivo caro alla concezione storiografia di Leibowitz – senza trascurare l'opera e persino l'operetta. In posizione secondaria il Novecento francese e l'opera italiana otto-novecentesca nei suoi principali rappresentanti.

Un ulteriore aspetto di rilevante interesse del fondo è nella quantità e varietà di partiture che documentano quello che potremmo definire il “sottobosco musicale” del Novecento, fino all'inizio degli anni Settanta.

In aggiunta alle regolari edizioni musicali dei compositori di primo piano, troviamo infatti una ricca documentazione fatta in gran parte di riproduzioni di partiture inedite, fornite da colleghi, estimatori ed allievi, che offre un peculiare spaccato dell'epoca nonché testimonianze rarissime dell'opera di compositori minori.

La rete internazionale di relazioni personali e professionali intessuta da Leibowitz è documentata dalle numerose dediche autografe che compaiono sui volumi, e impreziosita dalla presenza di alcuni manoscritti autografi tra i quali vale la pena citare quelli di Paul Dessau.

Modalità di accesso

Il materiale è consultabile negli orari di apertura della Biblioteca, previo appuntamento da concordare via email con il curatore, Gianmario Merizzi gianmario.merizzi@unibo.it

È escluso il prestito. La riproduzione, ove consentita dalla legge, è soggetta ad autorizzazione da parte della biblioteca.

Il materiale è descritto e indicizzato nel catalogo interno della biblioteca (consultabile in sede) e nel catalogo SBN locale e in quello nazionale.

Per informazioni dettagliate sulle diverse sezioni della collezione e sulle possibilità di accesso catalografico consultare la pagina Organizzazione e ricerche.

Specifiche richieste di informazione sul contenuto possono essere inviate a gianmario.merizzi@unibo.it

Bibliografia

  • R. DALMONTE, René Leibowitz e la "fedeltà al testo", in: Recenti contributi italiani all'analisi musicale, «Rivista di analisi e teoria musicale» 1 (2002); pp. 23-34 [Per.M.155: 2002]

  • I. S. RECUSANI, Variationen im Vergleich, in: Die Lehre von der musikalischen Aufführungen in der Wiener Schule, Verhandlungen des Internationalen Colloquiums Wien 1995, hrsg, von M. Grassl und R. Kapp, Wien, Böhlau, 2002, pp. 281-308 [C.XX.23]

  • Y. SCHUERMANN-ZEHETNER, René Leibowitz: ein Pionier für die Musik des 20. Jahrhunderts, diss. dottorale, Wien, Universität Wien, 2010

  • T. GLASER, Beethovens Violinkonzert als Modellfall: René Leibowitz' und Rudolf Kolischs Projekt einer 'werkgerechten Interpretation', «Zeitschrift der Gesellschaft für Musiktheorie» 14/1 (2017)

  • G. MERIZZI, Note su note: la biblioteca personale di René Leibowitz, in: Biblioteca di musica. Studi in onore di Agostina Zecca Laterza in occasione dei 25 anni dalla fondazione della IAML Italia, a cura di M. Camera e P. Florio, Milano, IAML-Italia, 2019, pp. 311-335 [X1.ZECCL.1]

  • T. GLASER, Der Interpret als Double. René Leibowitz im Kontext der Aufführungslehre der Wiener Schule, Stuttgat, Franz Steiner, 2020 (Archiv für Musikwissenschaft, 83) [M.LEIB.L30]

Contatti

Gianmario Merizzi

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